Di: Gian Giorgio Massara
La pittrice Giorgia Madonno vive in un borgo della Vallèe abitato da una dozzina di anime. Qui lavora, ricordando gli anni trascorsi in Francia, Asia e America, giorni lontani destinati a lasciare un segnale sui fogli acquerellati di oggi; un minuscolo tronco di bambù, cioè, filamenti scuri che corrono oltre la superficie bianca nella ricerca di un sogno perduto, cerchi che s'inseguono fra pallide zone di colore o violacee macchie.
Talvoltail filo s'insinua in uno dei tanti Labirinti percorsi idealmentesvariate volte in attesa di una risposta: una sorpresa.
Negli ultimi dieci anni, i lavori di Giorgia sono stati esposti ripetutamente a Singapore, a Taiwan, in laguna, a Saint-Gervais ( Parigi ), Vens, Saint Nicolas, Sarre; si sono occupati della sua produzione Roberto Melasecca e Costabile Guariglia.
Ma la vulcanica vita della Madonno organizza altresì Laboratori di disegno nei quali si confondono cattedrali sommerse, le invisibili città di Calvino, il mondo dell'occultismo (2022, Tarocchi, intesi fra immagine e poesia), paesaggi emotivi, infine.
E' così che una serie di acquerelli è dedicata al massiccio Monte Grivola, "montagna che si sente sola"; le rocce sono dominate da due lune, ora nere, ora bianche, segnali che si ripetono sino a che "la montagna apre alla luna la porta del suo cuore": i fogli accolgono un sussseguirsi di sentimenti bilanciati fra l'amore e l'amicizia.
L'ultima pagina del Cahier dedicato alla montagna è cromaticamente ecompositivamente interessante, realizzata con colori tenui mutatisi in lieve palizzata, in fiabesche e infrante torri, in uno spicchio di luna dominante e rosato.
Fra storia e realtà, uno dei temi preferiti dalla Madonno - s'è detto - è quello del Labirinto. Antica è la storia del sito senza uscita, da quello costruito da Dedalo ai meandri micenei, dal Mirotauro effigiato sulle monete antiche sino al vitreo labirinto infranto oppure ai verdeggianti giardini presenti nelle dimore piemontesi. I labirinti di Giorgia sono costruiti da massi chiaroscurati disposti in foggia di cerchio, concepiti secondo un gioco di trasparenze dalle quali sfuggono le aeree forme a pianta geometrica oppure arredati con una sola panchina riservata alle meditazioni di chi il cammino della vita ha ormai percorso. Labirinti composti da un gioco infinito di segni, come si rileva nella mostra tenutasi di recente a Saint Nicolas ( 1 ) .
Cresciuta in una famiglia di artisti, la Madonno realizza altresì decorazioni su vetro legando memorie d'art nouveau, il ricordo della Scuola Viennese oppure desunte dal misterioso Oriente allorchè studiava con il maestro Chankerk Teh.
Talvolta è il mondo africano a suggerire interiori sensazioni che animano i Tarocchioppure il grande dipinto La Sciamana: uno dei fogli è lasciatovolutamente bianco con un solo angolo dipinto.
Quali sono gli amori nascosti nell'animo di questa pittrice che difende la propria intimità fra incantati castelli valdostani e "mappe per perdersi" ? Egon Schiele, Klimt, Chagall - anch'egli misterioso - ma anche Debussy, l'Asia lontana con i segreti luoghi del cuore.
Il dipinto che noi amiamo? Il Paesaggio da casa, doppio foglio intessuto da un'alternanza di ricordi, di grigi e dirosa, percorso da un ponte destinato a disegnarsi all'infinito; poi segni
avvolti nel mistero, profili di monti, una caverna forse.
Uno spazio magico nel quale "ci si perde, ma in cui, a volte, ci si ritrova".
1) Il critico musicale Marco Leo nel 2023 - a Saint Nicolas - ha tenuto una
conferenza con ascolti discografici sul tema del "Labirinto interiore nel
teatro d'opera".